20 Apr LA MAGIA DEL PRIMO COLLOQUIO
Io adoro il primo colloquio! Insieme all’ultimo, costituisce un momento topico nella relazione con il paziente e ha un enorme potere condizionante la qualità dell’alleanza terapeutica, fondamentale per poter lavorare bene, insieme.
Durante il primo colloquio, infatti, è come se ciascun partecipante offrisse una parte di sè all’altro, senza importanza alcuna in caso di pregresse esperienze analoghe.
Ci si scopre, si prendono le misure, si ascolta il proprio indice di gradimento personale per come l’interlocutore si pone, per il tono di voce che usa, per le parole che seleziona, per il messaggio che lo sguardo tradisce e per il grado di coinvolgimento che si scatena.
A pelle ci si piace oppure no. L’istinto non mente, sostiene qualcuno. E allora si aprono le danze alla ricerca di elementi disconfermanti o affermativi e si lascia sfogare il bisogno di essere percepiti alla stessa maniera di come si è percepito l’altro: mi piace, voglio piacerti vs. non mi piace, offro il peggio di me.
Durante il primo colloquio, è fondamentale ascoltare e ascoltarsi, chiedere e spiegare, offrire e accogliere.
Alcuni genitori restano accanto al proprio figlio o figlia durante il primo colloquio. Altri, lasciano lo studio a gambe levate. Certi genitori piangono, altri provano a trattenersi dal farlo. Alcuni tacciono a testa bassa, altri interrompono e ridono.
Alcuni mariti accompagnano le mogli e alcune mogli accompagnano i propri mariti. Se restano entrambi, scelgono se sedere vicini, tenersi la mano, evitare lo sguardo, urlarsi contro, piangere.
Alcuni uomini e alcune donne vengono ben vestiti e molto curati, altri sciatti e trasandati. Certe donne e certi uomini scelgono liberamente di sedere sul divanetto o sulla poltroncina, di tenere il giubbotto o di toglierlo, di appoggiare la borsa o di abbracciarla sulle gambe, di spegnere il cellulare o di lasciarlo suonare e illuminare.
Durante il primo colloquio esplodono migliaia di stimoli contemporaneamente. E’ come se ci fosse un oceano di luci abbaglianti da rincorrere e acchiappare. Si affacciano promesse, desideri, paure, speranze, aspettative, debolezze, richieste, protezioni, segreti e confessioni.
Il primo colloquio può essere il frutto di una lunga riflessione o il figlio di una telefonata “di pancia”. Può essere l’occasione della vita o l’imposizione di qualcuno. Può dare sollievo o acuire il disagio. Può incoraggiare o sortire l’effetto opposto. Può essere il primo ma anche l’ultimo.
Ognuno, psicologo e potenziale paziente, è artefice, a modo proprio, della qualità e della magia del primo colloquio.
A ognuno il proprio.
Buon primo colloquio a tutti!